About This Project

329. Tramont’alba

 

1978, bronzo, h. cm 29 x 42 x 34,5
Foto Paolo Monti

 

Una copia presso la sede del Credito Valtellinese a Sondrio.

 

Se mi fosse concesso, vorrei cacciare sottoterra tutte le macchine, per farle scorrere velocemente in strade sotterranee al fine di restituire le vie della città solo agli uomini. Trasformando le strade in prati, i viali in lunghe passeggiate, le piazze in boschi. Ridurre l’intera rete stradale urbana in mille sentieri di verde. Far salire e scendere i cittadini in una serie continua di grandi giardini pensili ben alberati. In poche parole farli tornare a vivere e a camminare in luoghi decenti. Oppure costruire tutto ciò a livello dei tetti e lasciare le strade quello che sono, delle cupe trincee. Negli anni Sessanta con l’architetto Gio Ponti avevamo progettato e realizzato una piazza di duemila metri quadrati per la città di Eindhoven. Fu un successo, credo, senza alcuna immodestia. Dal fare quella piazza mi venne l’idea dei giardini pensili. Non nuova, certo: c’erano anche a Babilonia.
Mi accadde di essere quasi sul punto di realizzarne uno, ma gli alti costi preventivati inesorabilmente cancellarono tutto. Devo dire che la richiesta iniziale era solo di una grande scultura, ma io volevo curarne anche l’ambientazione e perciò ricorsi al giardino artificiale.
Di tutto quel lavoro mi rimane solo il progetto di massima, composto da un plastico e da un bozzetto di studio per la scultura. Il giardino è costituito da un digradare, o un salire, di lievi e spaziosi pendii, tutti percorribili, seminati ad erba come i campi di golf.
Alcuni lunghi muri di sostegno, dei luoghi di sosta e infine, su in alto, nella vasta piazzuola terminale cui si accede da una scalinata, la grande scultura resa quasi invisibile da due muri paralleli.
La Gran Madre – tale il titolo della scultura – è in mezzo. Sporgono dai muri solo le spalle, un braccio e la testa, ma la figura c’è tutta, inserita a mensole tra i due muri, distanti tra loro e alti quel tanto e più che conceda agli uomini di passarvi sotto, di entrare nell’alveo della scultura, di guardarla anche dal sotto in su, come qualcosa di incombente, ma anche di protettivo [M.N.].

 

In Progetti e luoghi immaginati, catalogo della mostra, Milano, Galleria Stendhal, marzo-aprile 1983; poi Busto Arsizio, Galleria Bambaia, maggio-giugno 1983.
Category
Rilievi-parietali