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286. La grande radura – Progetto

 

1973, bronzo, h. cm 16 x 78 x 68
Foto Mario Mulas

 

La grande radura: un altro dispiacere, un’altra rinuncia. Spesso con questi progetti ho dovuto entusiasmarmi e poi cedere di schianto, sommerso il più delle volte da loro, dalle mie stesse proposte che si rivelavano utopiche.
Fu il dottor Max Stern Ph.D. a parlarmi del progetto di un giardino di sculture da aprirsi nel mezzo di una foresta sulle maestose rive del lago Ontario. Rive che io non avevo mai visto altro che nelle fotografie che mi mostrò. Non fu proprio una proposta concreta, ma un «Ci pensi su, poi vedremo».
Io ci “pensai su” per un’intera estate e ricordo che lassù, dove ero, non avevo materiali, perciò usai il plastic-wood, la sola cosa plasmabile che riuscii a trovare nei negozi del luogo: la usavano i falegnami per stuccare e i ragazzi delle scuole medie per le loro esercitazioni. Modellai su dei piccoli ritagli di legno che mi regalò il falegname cinque elementi che stavano a metà strada tra l’architettura e la scultura avendo, a me pareva, fondamenti e regole delle due discipline uniti assieme. Fu assai difficile perché il plastic-wood si seccava, rapprendendosi quasi subito a contatto con l’aria.
Tornato in città li lasciai riposare per un po’, attendendo il momento. Poi, un giorno, li disposi a calcolate distanze e in studiati rapporti su di un piano che riempii di gesso e modellai secondo un’idea e un disegno che mi ero fatto. Immaginavo una vasta radura quasi rettangolare, ricavata nel bosco, in cui erano inscritti dei cerchi a vari livelli. Alla radura si accedeva per mezzo di lunghe e strette strade a cannocchiale, tagliate a netto nella foresta. Solo quando finii, mi resi conto che ciò “faceva” molto Stonehenge o, se preferite, pietre di Avebury o di Callanish nelle isole Ebridi. Era uno scotto che pagavo, ma di cui mi accorsi solo a posteriori poiché, se credete alla mia buona fede, a quei monumenti druidici direttamente non mi ispirai, casomai fu il mio inconscio a subirli.
L’estate seguente tornò nel mio studio, puntuale come ogni anno, il dottor Stern. Fu di parola, mi riparlò subito del progetto, ma quando gli mostrai il mio manufatto (che in verità gli piacque), dopo aver ascoltato le mie spiegazioni e i miei piani: «Too much expensive», disse, e tutto finì lì [M.N.]

 

In Progetti e luoghi immaginati, catalogo della mostra, Milano, Galleria Stendhal, marzo-aprile 1983; poi Busto Arsizio, Galleria Bambaia, maggio-giugno 1983.
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Rilievi-parietali