Il mio problema principale, il mio assunto,
forse troppo ambizioso, sarebbe quello
(pur non rinunciando alla forma umana,
che ritengo sia la protagonista in tutta la storia della scultura,
da quando la scultura è esistita) –, il mio sogno sarebbe quello
di suggerire le forme anziché farle.

1916
Mario Negri nasce il 25 giugno a Tirano, in Valtellina, non lontano dal confine svizzero di Campocologno, da Giuseppina Tognolini (1880-1935) e da Carlo, costruttore edile (1877-1933).
È l’ultimo di quattro figli. Porta a termine le prime scuole a Genova, dove il padre si era trasferito su invito del fratello Rinaldo, ingegnere. Di ritorno a Milano nel ’28, prosegue gli studi e ottiene la maturità classica nel ’36 al liceo Manzoni. Nell’autunno consegue presso la Reale Accademia di Belle Arti di Brera il diploma di maturità artistica. Più tardi si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico, frequentando il biennio e l’inizio del terzo anno accademico: «Poi sono rimasto orfano di padre e di madre in due anni, per cui, arrivato alla fine del liceo, bisognava che io dessi l’assicurazione di una scelta a mio fratello, che fosse garanzia di un avvenire e di un mestiere e così ho frequentato tre anni del Politecnico di Milano. Fare l’architetto mi sarebbe molto piaciuto. […] Capivo però che era una scelta fatta di dovere, ma non una scelta libera» (intervista alla Radio della Svizzera Italiana, anni Settanta). Tra il ’35 e il ’40 conosce e frequenta il gruppo di artisti e intellettuali che gravitano intorno alla rivista «Corrente di vita giovanile» e stringe rapporti di amicizia con Sandro Cherchi e Italo Valenti; frequenta inoltre lo studio di Giacomo Manzù, autore di un ritratto del padre Carlo che si rifà forse alla maschera mortuaria.

 

1940
All’inizio dell’anno viene chiamato alle armi e inviato a Bolzano come istruttore del Genio Pontieri; vi resterà fino all’8 settembre 1943. Il 9 settembre, a Bressanone, viene fatto prigioniero dai tedeschi.
È uno delle centinaia di migliaia di I.M.I. (Internati Militari Italiani), “traditori” ai quali Hitler stabilisce di far pagare duramente il voltafaccia di Badoglio e il loro rifiuto del fascismo e del nazismo. Chiuso su un carro bestiame insieme al proprio battaglione non farà ritorno a Milano che nel ’45, dopo due anni di prigionia nei campi tedeschi e polacchi (Oberlangen, Bremervörde, Wietzendorf, Deblin-Irena). Laggiù troverà conforto nell’amicizia dei compagni di deportazione – tra cui Luigi Carluccio, Leone Pancaldi, Roberto Rebora, Romeo Lucchese, Giuseppe Bortoluzzi, Ettore Bonora, Enzo Paci, Giuseppe Lazzati, Giuseppe Novello, Gianrico Tedeschi, Silvio Coppola – e nella concentrazione sul progetto di diventare scultore (disegni, letture).

Ritratto di Negri fatto da Luigi Carluccio l’11 marzo 1944 nella fortezza di Ivangorod nel campo di internati militari di Deblin-Irena, firmato “Carluccio” (foto di Paolo Monti).

1946
Inizia da autodidatta un lungo periodo di lavoro che, volutamente, considera di severo tirocinio professionale e svolge soprattutto presso le botteghe artigiane milanesi, convinto che solo una solida conoscenza del “mestiere” sia base imprescindibile del lavoro d’artista. Inizia in questo periodo il suo rapporto con la MAF, una delle fonderie d’arte più antiche della Lombardia, e in particolare con il fonditore Giuseppe “Pinella” De Andreis; lo seguirà quando, nel ’64, De Andreis si staccherà dalla MAF per aprire, con i tre figli, la sua fonderia d’arte, tuttora attiva. Nel frattempo esegue svariati lavori su commissione.

 

1948
Premio Fratelli Ramazzotti per la Donna che guarda il sole alla I Mostra Nazionale “Natale dell’arte”, Milano, Arengario.

 

1949
Premio acquisto per la Testa di Niobe al II Gran Premio Saint Vincent per la letteratura e le arti figurative, Saint Vincent, Casino de la Vallée.

 

1950
Affianca al lavoro di scultore quello di critico: data da quest’anno la collaborazione con «Domus», la rivista di architettura, arte e arti decorative fondata da Gio Ponti nel ’28. Premio Pietro Costa per le arti figurative al Ritratto di attrice nel Palazzo delle scuole a Celle Ligure.

 

1951
Sposa Elda Magri, diplomata in pianoforte al Conservatorio di Milano. Testimone di nozze è Luigi Carluccio. Dal matrimonio nasceranno tre figlie, Chiara, Marina, Maria Laura.

 

1952
Menzione d’onore e medaglia alla IX Triennale, Milano. Partecipa con il Bozzetto per un monumento ai partigiani di Valtellina al concorso internazionale di scultura “The Unknown Political Prisoner” organizzato dal Contemporary Art Institute di Londra. Durante l’estate fa un viaggio, con amici, in Francia, Belgio, Olanda (in Francia, in particolare in Provenza, tornerà ancora nel ’60, ’64, ’75).

 

1954
Decide di dedicarsi esclusivamente alle sue ricerche, limitando al massimo i lavori su commissione.

 

1955
Terzo premio ex-aequo per la Figura di donna in piedi al I Concorso nazionale del bronzetto, XI Biennale d’arte triveneta, Padova. È invitato a far parte della commissione giudicatrice del Concorso arti figurative, selezione regionale lombarda, che si conclude con la mostra “Incontri della gioventù”, Milano. In una lettera inviata all’anonimo articolista di «Domus» che ha scritto su di lui, Alberto Giacometti lo invita «a Stampa o altrove se preferisce».

 

1956
Esce in luglio su «Domus» Frammenti per Alberto Giacometti.

 

1957
In aprile esordisce con la sua prima personale alla Galleria del Milione, Milano: da questo momento interrompe la collaborazione fissa con «Domus», mentre la sua partecipazione a mostre in Italia e all’estero si fa sempre più frequente e costante. Sempre in questi anni instaura o consolida i rapporti umani e culturali più intensi, duraturi e incisivi nella sua vita di uomo e artista: con Alberto Giacometti e il medico chiavennasco Serafino Corbetta, con Cesare Gnudi, Franco Russoli, Luigi Carluccio, Marco Valsecchi, Lamberto Vitali, il giovane scultore Rudy Wach, il collezionista Han Coray e il pittore Edmondo Dobrzanski, il creatore di gioielli Karl-Heinz Reister e i fotografi Paolo Monti e Arno Hammacher. Con l’architetto Mario Tedeschi è curatore della mostra Scultura nell’architettura, a Sidney. Premio Città di Torino della Società Promotrice di Belle Arti, Torino, per la Grande figura multipla. Viene chiamato a far parte del Centro Studi Triennale alla XI Triennale, Milano (coordinato da Riccardo Bauer) e insieme ad altri artisti e critici cura la mostra Scultura all’aperto al Parco Sempione, Milano.

 

1958
Due importanti affermazioni: la mostra personale alla Grace Borgenicht Gallery di New York, e la sala personale e il premio “Regione Trentino-Alto Adige” alla XXIX Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.

 

1959
Premio per Qualcuno ci viene incontro al III Concorso internazionale del bronzetto, XI Biennale d’Arte triveneta, Padova. Premio Città di Roma alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte, Roma. Personale a Locarno, Galleria La Palma; il testo in catalogo è di Gino Ghiringhelli, fondatore, insieme ai fratelli Livio e Peppino, della Galleria del Milione.

 

1960
Viene chiamato a far parte, per il triennio ’60-’62, della Commissione consultiva per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Milano (con P. Arrigoni, A.M. Brizio, G.A. Dell’Acqua, A. Folli. L. Montagna, G. Pacchioni, S. Solmi). Mostra personale (con il pittore Livio Bernasconi) al Museo di Winterthur; testo in catalogo di Franco Russoli.

 

1961
Medaglia alla IV Biennale di Alessandria d’Egitto.

 

1962
Primo premio per Corale al III Premio Internazionale di scultura “Città di Carrara”. Personale a Torino, Galleria Galatea; testo in catalogo di Luigi Carluccio.

 

1963
A partire da quest’anno fissa il suo studio in via Stoppani 7, dove lavorerà fino alla morte (in precedenza aveva avuto studio in via Lanzone, ’39-’40; via Pellegrino Rossi, ’46-’47; via San Calocero,’48-’50; presso l’abitazione, ’50-’51; via Carlo Pisacane 55, ’52-’62).

Ad Agnuzzo (Lugano), 1963. Foto Arno Hammacher.

1964
Viene invitato, insieme all’architetto Luigi Caccia Dominioni, dal Comitato per il monumento alla Resistenza in Valtellina: il progetto proposto per Sondrio non viene accettato e viene ritirato, di comune accordo, dall’architetto e dallo scultore.

 

1965
È nominato Accademico Corrispondente di San Luca; più avanti, nel ’79, sarà designato Accademico Nazionale. È invitato alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.

 

1966
L’11 gennaio muore a Coira Alberto Giacometti. Esce nella collana “I Maestri della Scultura” dei Fratelli Fabbri il suo Alberto Giacometti, che nel ’69 sarà tradotto in francese per la collana “Chefs d’Œuvre de l’Art”. Alla Galleria del Milione partecipa alla mostra 12 pittori e 3 scultori 1950-1959. Gli altri scultori sono Umberto Milani e Luciano Minguzzi. S’intensifica la sua partecipazione a mostre fuori Italia.

 

1967
Inizia il lungo e complesso lavoro per la piazza della città di Eindhoven, in Olanda, in collaborazione con Gio Ponti: il lavoro si conclude nel giugno 1970 con l’inaugurazione della piazza e con una sua personale al Van Abbemuseum, sempre a Eindhoven. Seconda importante personale alla Galleria del Milione, Sculture 1960-1967. In catalogo una lettera di Cesare Gnudi e testi di A.M. Hammacher, Franco Russoli, Giovanni Testori, Marco Valsecchi e Rudy Wach. Conosce a Bondo, in Val Bregaglia, il pittore Willy Varlin. Entra in amicizia con Giovanni Testori.

 

1970
Riceve dalla Kraftwerke Brusio AG (Centro di Manovra e d’Esercizio delle Forze Motrici Brusio) l’incarico per l’esecuzione della Grande colonna di Robbia. Sorgerà in Poschiavo, nei Grigioni, ai piedi del passo del Bernina. Sarà inaugurata nel settembre del ’71.

 

1971
Elabora una proposta per la sistemazione del lungolago di Montreux. Viene chiamato a far parte della giuria del Concorso di scultura all’aperto, Bellinzona.

 

1973
È convocato nella giuria del I Concorso grafico austriaco della Fondazione F. Koref, Linz.

 

1974
È invitato a far parte (con G. Ajmone, F. Bodini, A. di Spilimbergo, F. Francese, A. Rossi) della Commissione artistica consultiva della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano: si dimetterà nel 1980. Gli viene assegnato il X Lion d’oro del Lions Club di Sondrio. Con lo Studio per la Grande colonna della libertà vince il Concorso nazionale per l’abbellimento della Scuola Media Statale “L. Trombini”, Tirano (nel ’76 verrà posta in opera la Colonna dell’Adda).

 

1975
Si tiene a gennaio, a Montreal, l’esposizione Manzù, Marini, Negri presso la Dominion Gallery di Max Stern.

Foto di Paolo Monti, 1975.

1976
Medaglia alla IV Triennale Italiana della Medaglia d’Arte, Udine.

 

1979
Si apre a gennaio alla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente la Mostra di Medardo Rosso, curata insieme a L. Caramel, A.M. Hammacher, D. Isella, F. Bodini, G. Ajmone, A. Rossi. In occasione della personale Forme nel verde negli splendidi Horti Leonini, è nominato cittadino onorario di San Quirico d’Orcia. Mostra personale a Lugano, Galleria Pieter Coray; in catalogo un testo dell’artista. Viene interpellato dal comune di Aprica (Sondrio) per la realizzazione di un monumento ai caduti: rifiuta l’incarico perché totalmente in disaccordo con i committenti sulla concezione di “monumento”: una replica, in scala minore, di quanto avvenuto nel ’64 per il monumento alla Resistenza in Valtellina. In questi anni frequenta Vittorio Sereni, che incontrerà d’estate a Bocca di Magra; il pittore Enrico Della Torre che vede soprattutto d’estate a Teglio e ad Aprica. E inoltre Dante Isella, Vanni Scheiwiller, Kengiro Azuma e il critico parmigiano Roberto Tassi.

 

1980-81
Partecipa al Concorso a inviti “Skulptur von dem Goethehaus”, Francoforte. Invitato a far parte del Comitato di lavoro per la preparazione della XI Quadriennale Nazionale di Roma, rinuncia a motivo di altri impegni. Si dedica a un lungo articolo su Modigliani scultore, che sarà pubblicato nel volume scheiwilleriano del 1985. Personale alla Galleria Bambaia di Busto Arsizio; testo in catalogo di Ruggero Savinio.

 

1981
Viene invitato a far parte dell’Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux Arts de Belgique, Bruxelles.

 

1982
Mostra personale di piccoli bronzi a Lugano, Galleria Pieter Coray; in catalogo un testo dell’artista.

 

1983
Cura, per Umberto Allemandi & C., l’edizione dei Disegni di prigionia 1943 1944 1945 di Luigi Carluccio. Alla Galleria Stendhal di Milano (e subito dopo alla Bambaia di Busto Arsizio) si tiene la personale Progetti e luoghi immaginati; in catalogo un’intervista di Marco Meneguzzo e testi dell’artista relativi alle opere esposte.

 

1984
Tra maggio e settembre personale itinerante in Austria: alla Galerie Welz di Salisburgo (maggio-giugno), a Vienna presso l’Orangerie e il Palais Auersperg (luglio) e alla Galerie im Taxispalais di Innsbruck (settembre).

 

1985
In estate, presso la minuscola ma suggestiva Fortezza di Sarzanello presso Sarzana, l’esposizione Arte nella fortezza: Gigi Guadagnucci, Carlo Mattioli, Mario Negri, presentata da Pier Carlo Santini. In autunno, personale alla Sanseverina di Parma, con un testo di Roberto Tassi. Pubblica, a cura di Stefano Crespi per le edizioni “All’Insegna del Pesce d’Oro” di Vanni Scheiwiller, All’ombra della scultura, una selezione degli scritti apparsi su «Domus» e altri più recenti.

 

1987
Viene nominato Accademico di merito dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova. Il 5 aprile muore improvvisamente per infarto, poche settimane prima dell’inaugurazione dell’antologica mantovana di Palazzo Te e di Palazzo Salis, nella sua Tirano (la quale però, a causa dell’esondazione dell’Adda, avrà luogo solamente l’estate successiva).